Il covid ha aperto per i lavoratori il mondo dello smart working. Fino al 2019, infatti, poche erano lavoratori e aziende che usufruivano di tale pratica lavorativa. Divenuta necessaria con la pandemia, in molti hanno trovato beneficio dal lavorare da casa, senza però trascurare le implicazioni psicologiche e le difficoltà del caso, vediamo qualche linea guida per trovare un impiego da remoto. Innanzitutto, la base dello smart working è il computer. Il vostro lavoro deve essere realizzabile tramite un dispositivo remoto, altrimenti non avrete alternative dal lavorare in presenza.
Chiaramente alcuni lavori saranno agevolati verso il lavoro da casa, considerando che molte aziende hanno colto la palla al balzo per eliminare la spesa degli edifici spostando i lavoratori a casa. Non è nuovo, infatti, di questi periodi sentire che amici e parenti, emigrati per lavoro, sono tornati a casa perché in smart working, non avendo più l’obbligo di stare in ufficio se non poche volte alla settimana.
Gli indirizzi che più ci sentiamo di suggerire per arrivare al vostro obiettivo sono quelli di marketing e di programmazione. In entrambi i casi, come detto in precedenza, il pc è fondamentale in entrambi i lavori. Da non sottovalutare, comunque, che anche altri lavori, interni alle aziende, possono aprirvi la strada. Se per esempio siete occupati in mansioni a contatto con i clienti, potrete sfruttare le call (internazionali o nazionali) per continuare il vostro lavoro comodamente seduti nel vostro salotto.
In più, le aziende stanno aprendo sempre di più le loro offerte verso posizioni di lavoro che saranno in smart working, soprattutto quelle americane, veri pionieri del settore.
Precisiamo che non tutti i lavoratori sono favorevoli allo smart working ma non è da sottovalutare la tutela dell’ambiente. I dati sono forniti da uno studio pubblicato lo scorso giugno da Sap e Qualtrics. Su 1.250 consumatori italiani intervistati, il 44% ha detto di considerare la sostenibilità un tema molto importante e percentuali simili affermano di essere influenzate da questo aspetto quando acquistano cibo o articoli di abbigliamento, quando si spostano con i mezzi pubblici e quando scelgono una nuova automobile. Variabili come l’impatto ambientale, la provenienza dei materiali e il riciclo vengono prese in considerazione e spesso gli utenti sono disposti a spendere di più pur di privilegiare la salvaguardia dell’ambiente.
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